Il volo umano nello Spazio
Il volo umano nello Spazio rappresenta, storicamente, una delle prime attività alle quali l’Aeronautica Militare ha contribuito. Infatti, ben cinque degli otto astronauti italiani provengono dalla Forza Armata, che nel volo spaziale vede da sempre un’estensione del tradizionale concetto del volo aeronautico. Una missione spaziale richiede per il suo svolgimento l’intero spettro delle operazioni spaziali (lancio, inserimento in orbita, rendez-vous, docking, manovre di trasferimento orbitale, undocking, rientro) e da qui l’interesse dell’Aeronautica Militare verso questo specifico dominio. A ciò si aggiungono le competenze di medicina aerospaziale, abilitanti per ogni missione, nonché la possibilità di effettuare sperimentazione sia tecnologica sia scientifica in un ambiente unico come quello in microgravità, che non può essere simulato a terra. L’ulteriore acquisizione di importanti competenze nel volo umano spaziale e dell’esplorazione umana del sistema solare incrementerà, in prospettiva, la capacità della Difesa di proiettare e sostenere operazioni manned (con equipaggi a bordo) in una dimensione di cooperazione internazionale.
Piattaforme stratosferiche
Per piattaforma stratosferica si intende un aeromobile che opera per lunghi periodi, fino a 6 mesi, nell’atmosfera, al di sopra delle attuali quote massime di volo, in grado di impiegare un’estrema varietà di sensori per l’osservazione del territorio, le telecomunicazioni, la navigazione di precisione. Grazie alla possibilità di disporre di energia solare e di sistemi di controllo per il mantenimento della posizione, le piattaforme offrono una soluzione a basso costo ed a basso rischio garantendo la fornitura di servizi equivalenti a quelli offerti dai satelliti, senza dover raggiungere le quote orbitali e con performance superiori a quelle degli UAV (velivoli a pilotaggio remoto) in termini di copertura del territorio e di persistenza. Tali piattaforme rappresentano, quindi, un abilitante importante in vista del potenziamento delle attuali capacità dell’Aeronautica Militare e della Difesa.
Nel 2020, l’Aeronautica Militare ha promosso l’avvio delle attività tecnico-operative necessarie alla futura implementazione della capacità attraverso un censimento di tutti gli attori (università, centri ricerca specializzati, aziende, reti d’impresa) che, a vario titolo, in Italia, si stanno interessando alle piattaforme stratosferiche.
Lancio aviotrasportato
Il lancio aviotrasportato consiste nel trasporto in quota tramite un velivolo, di solito appositamente adattato o progettato, detto “velivolo carrier”, di un piccolo lanciatore il quale, una volta rilasciato, attiverà il suo sistema di propulsione fino all’inserimento in orbita del satellite. L’ accesso indipendente e rapido allo Spazio, da utilizzare per scenari di crisi, rappresenta una capacità strategica che l’Aeronautica Militare intende acquisire, a beneficio della Difesa e del Paese, attraverso piattaforme aeree che vantano flessibilità e dinamicità di impiego non eguagliabili da quelle di superficie. In tal senso, la Forza Armata dovrà perseguire sinergie virtuose di efficace collaborazione con il mondo della ricerca, dell’industria, valorizzando le competenze nazionali, supportandole e sponsorizzandole in ambito europeo e internazionale.
L’ Aeronautica Militare ha avviato nel 2019, unitamente al Centro Nazionale Ricerche e ad una rappresentanza del comparto accademico e delle aziende nazionali nel settore, uno studio di fattibilità per valutare la sostenibilità economica di un lanciatore per piccoli satelliti da piattaforma aerea.