Missione
Effettuare, con le modalità stabilite dalle norme in vigore, attività di trasporto aereo per soddisfare le esigenze dell'Autorità di Stato, Interforze e di Forza Armata.
Provvedere all'addestramento per la prontezza operativa degli equipaggi di volo ed alla standardizzazione delle procedure d'impiego per le linee volo in dotazione al Reparto.
Gli aeromobili del 31° Stormo sono utilizzati per il trasporto di Stato e per missioni di pubblica utilità, quali il trasporto sanitario d'urgenza di ammalati, di traumatizzati gravi e di organi per trapianti, nonché per interventi a favore di persone comunque in situazioni di rischio. Per la particolarità dei compiti assegnati, il 31° Stormo, pur permanendo alle dirette dipendenze del Comando della Squadra Aerea, è posto sotto il controllo operativo dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, 3° Reparto, che lo esercita attraverso la sala situazioni che, attivata in H24, coordina tutte le attività di trasporto aereo per esigenze di Stato, sanitarie e umanitarie.
Dotazione
UH-139, VH-139A, VC 50A, VC 900A e B, VC 319A.
Storia
Le lontane origini del 31° Stormo sono legate all'Idroscalo di Orbetello, intitolato alla memoria del Guardiamarina Agostino Brunetta, aviatore della 1ª Guerra Mondiale, e alle Trasvolate Atlantiche. Nel 1930, a Orbetello, venne costituito il 93° Gruppo da Bombardamento Marittimo, nucleo originario del 31° Stormo e la Scuola di Navigazione Aerea D'Alto Mare (SNADAM) per l'addestramento pratico e teorico degli equipaggi che avrebbero preso parte alle Crociere Atlantiche. Nell'estate del 1933, 1 luglio-12 agosto, Italo Balbo al comando di una formazione di 25 idrovolanti S.55 X compie un'impresa aerea di massa attraverso il Nord Atlantico, nota come Crociera del Decennale. Il volo, suddiviso in 13 tappe, si snodò per 20.000 km nel corso dei quali vennero compiute due traversate oceaniche: la prima, tra l'Islanda e il Labrador, di 2.400 km e la seconda, al ritorno, tra Shoal Harbor e Lisbona di 2.700 km. Su ogni velivolo era imbarcato un equipaggio di quattro uomini, due piloti, un radiotelegrafista e un motorista. Le più alte gerarchie della Regia Aeronautica, nell'immediatezza del rientro, percepiscono, immediatamente, la necessità di non disperdere le preziose esperienze maturate nel corso delle trasvolate. In tal senso, il 1° ottobre del 1933, gli equipaggi e le macchine protagonisti dell'ultima epopea atlantica vengono inquadrati nello "Stormo Sperimentale da Bombardamento Marittimo" che, il 1° gennaio 1936, venne denominato 31° Stormo da Bombardamento Marittimo, con sede presso l'idroscalo di Orbetello e strutturato su due Gruppi, 93° (196ª e 197ª Sq.) e 94° (198ª e 199ª Sq.). Lo Stormo, equipaggiato inizialmente con ventidue S.55 X e tre S.62, a partire dal 1937 iniziò la sostituzione di questi velivoli con gli idrovolanti Cant Z.501 che, tuttavia, mostrarono ben presto la loro scarsa idoneità al bombardamento marittimo. Nel 1939 lo Stormo fu ristrutturato con i più moderni trimotori Cant Z.506B con i quali il Reparto iniziò la 2ª Guerra Mondiale. Il 3 giugno 1940, in previsione dell'imminente inizio delle ostilità, lo Stormo ebbe l'ordine di rischierarsi nell'idroscalo di Cagliari-Elmas, mentre la 199ª Squadriglia fu dislocata presso Oristano. E' il 31° Stormo a effettuare la prima azione di guerra compiuta dalla Regia Aeronautica. Pochi minuti dopo la mezzanotte dell'11 giugno, due Cant Z.506 della 197ª, effettuano una ricognizione armata sulla base aerea di Ajaccio e lungo le coste della Corsica alla ricerca di campi di aviazione occultati. Il 31° operò con ricognizioni e bombardamenti su basi della Corsica e della Tunisia. Notevoli le azioni condotte contro i porti e le basi aeree di Ajaccio e di Orano. Durante i primi cinque mesi di guerra, lo Stormo totalizzò 1.195 ore di volo, di cui 777 ore volate in 287 azioni belliche, effettuando ricognizioni di tipo offensivo su basi nemiche e convogli navali, strategiche sul Mediterraneo Centrale e Occidentale, voli di scorta e azioni antisommergibile. Il 5 novembre 1940, nonostante l'abnegazione e lo spirito combattivo degli equipaggi, l'inferiorità dei mezzi e le gravi perdite subite dal Reparto costrinsero la Regia Aeronautica a sciogliere lo Stormo. Restò in attività il 93° Gruppo e la 199ª Squadriglia che venne rinominata 287ª Squadriglia Autonoma da Ricognizione Marittima Lontana, inquadrata nell'Aviazione della Sardegna. La nascita della N.A.T.O., determinata dalla contrapposizione dei due blocchi Est-Ovest e dal conseguente inizio della guerra fredda, vede il nostro paese tra le nazioni aderenti sin dalla prima sottoscrizione di Washington del 18 aprile del 1949. Tale evento offre all'Aeronautica Militare l'opportunità di beneficiare dei vari programmi di assistenza militare varati dal governo americano, nel quadro del più complesso disegno di riarmo generale delle forze armate dell'Alleanza, attraverso agevolazioni di vendita o cessione in uso di aeroplani militari. In questo scenario, quindi, non si può più prescindere dall'ala rotante tanto che questo deve divenire uno degli elementi cardini del nuovo processo evolutivo della Forza Armata. L'elicottero concede, infatti, la possibilità di volare ed operare in modo diverso ma complementare all'aeroplano; inoltre, gli entusiastici riporti dei primi operatori delle Forze Armate dei paesi che già operano sul mezzo inducono i vertici decisionali ad un'esplorazione di questa nuova realtà. Si consolida, quindi, la necessità di costituire uno o più reparti che siano basati su elicotteri. Ed ecco sorgere dalle ceneri di quel fuoco acceso dalla Seconda Guerra Mondiale, che aveva bruscamente ridimensionato le splendide illusioni create dalle imprese aeronautiche degli anni '30, una nuova prospettiva. Giusto il 1° febbraio del 1953, presso l'Aeroporto romano dell'Urbe, si costituisce il Reparto Addestramento Elicotteri, prima realtà ad ala rotante dell'Aeronautica Militare, equipaggiato con elicotteri tipo Bell 47D-1, tre esemplari, e Westland S-51 nel numero di due unità. Compiti istituzionali di questo Reparto sono, oltre al normale addestramento del personale, quelli di compiere voli di collegamento con località colpite dal maltempo o isolate dalla neve, di soccorso su terra e in mare, di Aerocooperazione con altre Forze Armate, di taratura e allineamento radar con la Squadra Navale, di pattugliamento costiero per conto della Guardia di Finanza, di ricerca di velivoli italiani ed esteri dispersi in collaborazione con il Comando del Soccorso aereo di Vigna di Valle, di addestramento in alta montagna e di ammaraggio con galleggianti in specchi d'acqua chiusi e in mare aperto. Con il passare del tempo cresce la familiarizzazione con il mezzo e si prende coscienza della nuova realtà e delle enormi possibilità da essa stessa manifestate ed anche, quindi, dei più ampi spazi richiesti. Il sedime aeroportuale di Roma-Urbe, per tale motivo, è ritenuto non più sufficientemente capiente ed è, oramai, troppo a ridosso della città che è in piena espansione. Si decide, allora, di individuare una zona alternativa che racchiuda in se le caratteristiche ricercate e che, inoltre, possa anche costituire in nuovo polo addestrativo della Forza Armata. Nel dicembre del 1954, il Reparto acquisisce il Bell model 47G. Nel febbraio del successivo anno viene, finalmente, individuata l'idonea aerea di sviluppo e di rilocazione: è l'Aeroporto di Frosinone. L'aerodromo, intitolato nel 1936 al Capitano Pilota Girolamo Moscardini, nel periodo che va dal 1939 al 1943, è sede della "Scuola di Pilotaggio di 1° periodo per Sottufficiali Piloti" mentre dall'aprile al novembre del 1945, vi trova locazione la "Scuola Addestramento Caccia e Bombardamento" cui succede, fino al 1947, la "Scuola Addestramento Trasporti". Tale Ente, nel periodo 1948-1953 assume la nuova denominazione di "Scuola Addestramento Trasporti Aerei e Navigazioni". Un sedime aeroportuale, quindi, con la vocazione all'addestramento. Ad un primo distaccamento di elicotteri segue, a partire dal giorno 2 aprile del 1955, lo spostamento di tutto il Reparto. Il cambiamento di sede si completa il 27 aprile e termina il proprio ciclo attuativo con la ridenominazione del Reparto in Centro Elicotteri. Il trasferimento, però, non è completo poiché una Sezione del disciolto Reparto rimane presso l'Aeroporto di Roma-Urbe. Il nuovo Centro è ordinato sul 208° Gruppo Volo articolato, a sua volta, nella 429ª Squadriglia Scuola e nella 430ª Squadriglia Impiego. Arriva il 1957; gli uomini ed i mezzi del Reparto continuano la loro incessante opera che, di giorno in giorno, viene sempre più dedicata al soccorso. L'attività del Centro non passa inosservata tanto che il giorno 10 giugno dello stesso anno, con foglio SMA n° 1174/212, si ordina la costituzione del 209° Gruppo Volo Impiego ordinato in due Squadriglie: la 431ª e la 432ª . Nel 1958 la struttura ordinativa del Reparto conosce una nuova trasformazione. In considerazione degli sviluppi del nuovo mezzo e, soprattutto, delle sue enormi potenzialità prospettiche, si decide di trasferire il 209° Gruppo Volo presso il sedime aeroportuale di Roma-Centocelle. Il Gruppo trasporta con sé la Bandiera di Guerra ereditata dal disciolto 31° Stormo Bombardamento Marittimo ed il nome di Centro Elicotteri. Il 208° Gruppo Volo rimane, invece, presso il sedime frusinate gettando il seme di quello che diventerà prima nel febbraio del 1960 "Scuola Elicotteri" e poi, oggi, 72° Stormo. Nel 1960, più precisamente il 13 gennaio, anche la struttura di Comando del Centro, rimasta assieme al 208° presso Frosinone, si trasferisce a Centocelle. Il nuovo Reparto costituito è articolato in due Gruppi Voli: il 209° ed il 210° che è posto, tuttavia, in posizione quadro in vista di una prossima alimentazione degli organici. Il giorno 1 aprile del 1960 i due Gruppi Volo mutano la propria denominazione: il 209° diviene 94° Gruppo Volo ed il 210°, finalmente in organico, assume la denominazione di 93° Gruppo Volo. Nel 1963 il 93° Gruppo lascia il sedime di Roma-Centocelle per dislocarsi su Pratica di Mare e, contemporaneamente, anche l'Aeroporto di Roma-Centocelle inizia a manifestare alcune problematiche. Così come accadde per Roma-Urbe, l'incremento dell'attività volativa è tale da rendere il sedime non più idoneo nelle sue dimensioni e, soprattutto, ancora una volta, per la vicinanza con le abitazioni di un quartiere, il Tuscolano, che per densità di popolazione risulta essere all'epoca il più denso d'Italia. Ancora una volta, quindi, occorre trovare una nuova collocazione che dia ampio margine di manovra e consenta lo svolgimento di intense attività operative. La fase di studio volta a ridefinire una nuova collocazione dell'intero Centro, terminano ufficialmente il 1° marzo del 1965. Lo Stato Maggiore individua nell'Aeroporto di Pratica di Mare il luogo più adatto per accogliere un nuovo soggetto che, dal punto di vista di un decisivo potenziamento del Centro, diventi punto nodale dell'ala rotante nel campo dell'impiego. In tale giorno inizia il cambiamento di sede del Centro Elicotteri.