Alla vigilia della seconda guerra mondiale le forze aeree della Regia Aeronautica sono suddivise in:
- Armata Aerea;
- Aviazioni ausiliarie per il Regio Esercito;
- Aviazioni ausiliarie per la Regia Marina.
La R.A., più operativa rispetto alle altre forze armate, mostra, tuttavia, notevoli limiti in termini sia di mezzi che di piani operativi; mentre le aviazioni ausiliarie, specie quella del Regio Esercito, continuano ad avere più ampi margini di azione, la R.A. viene considerata una forza prevalentemente difensiva; infatti lo Stato Maggiore Generale (S.M.G.) ritiene che la guerra che sta per scoppiare sarà esclusivamente terrestre e contro potenze continentali confinanti.
Alle considerazioni strategiche dello S.M.G. si aggiunge l'arretratezza tecnologica dell'industria nazionale e la sua scarsa capacità di mobilitazione: se da un lato le crociere, i raid, i primati avevano prodotto effetti considerevoli in termini di prestigio e di crescita tecnico-organizzativa, dall'altra avevano evidenziato dei limiti colti solo in parte ed ai quali non si era posto rimedio.
Pertanto l'Armata Aerea, all'entrata in guerra il 10 giugno 1940, si compone prevalentemente di bombardieri medi e di caccia intercettori, questi ultimi dotati di buona velocità orizzontale e verticale, ma con scarsa autonomia; gli aerei più moderni sono, tra i bombardieri, gli S.79, i Br.20 e i Cant. Z.506, mentre, per la caccia, i G.50, gli MC.200 e i CR.42.
Infine a compromettere fatalmente la situazione, oltre all'incapacità del sistema industriale di trasformare rapidamente le linee di produzione, si aggiungono sia la vastità territoriale che le varietà ambientali e climatiche dei vari teatri operativi.
("Le officine aeronautiche CANT 1923-1945" di G. Garello e D. Zorini - www.amazon.it/aeronauticamilitare)